L'idea che uno spirito possa legarsi all'albero in cui è nato, e in cui di solito vive, ha radici profonde in tutto il mondo, senza limiti di tempo, cultura, religione, politica, filosofia o moda. E' un modo di mettersi in relazione con un'altra forma di vita. Si smette forse di dar da mangiare al proprio gatto solamente perchè ci si è battezzati?
Nonostante la sparizione dei boschi sacri ad opera dei detentori del potere politico e religioso, molti alberi, se non addirittura macchie, continuarono a mantenere lo statuto di 'alberi liberi' (tedesco Freibaume, svedese freitrad), per cui era proibito abbatterli. Nessuno poteva recare danno a questi alberi in alcun modo.
C'erano soprattutto ragioni pratiche: molte querce e faggi, ad esempio, erano venerati per i loro frutti che facevano ingrassare particolarmente bene i maiali; gli alberi che segnavano i confini di una proprietà erano un altro caso (in alcune aree della Svizzera medievale, per il taglio di un abete segnaconfine c'era la pena di morte); ma certi alberi, come alcuni vecchi tassi o gruppi di tigli erano 'intoccabili' per ragioni più antiche, che nessuno osava mettere in dubbio. "Perchè colei che vive nell'albero non vuiole farsi abbattere", dicevano gli svedesi...
(da Fred Hageneder, "Lo spirito degli alberi", pag. 225)
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