Le radici di quest'albero scendono molto in profondità; il Tiglio si lega saldamente al suolo con molte radici. Ama il calore e l'umidità, di cui ha bisogno per mantenere il denso fogliame. I Tigli possono vivere per parecchie centinaia di anni, e a volte possono raggiungere i mille anni di età.
(...) Nulla del Tiglio può nuocere all'uomo, al contrario; solamente il Sambuco potrebbe essere più benefico. Il Tiglio placa, allevia: in tedesco "alleviare" si dice "lindern", termine che deriva proprio dal Tiglio. Già nel periodo classico era un albero curativo molto importante: il centauro greco Chirone si guadagnò una grande fama come guaritore e profeta, tanto che ricevette il titolo di "Figlio di Filira", dove Filira è il deva-madre del Tiglio. (...)
Il legno di Tiglio è abbastanza duro ed è molto adatto per i lavori di intaglio. Gli indiani Irokee vi intagliavano le maschere dei totem, che usavano per i riti di guarigione. (...)
In molti paesi tribali teutonici, un vecchio Tiglio era il punto di incontro per gli affari del paese. La gente accettavva che la condanna inflitta ai criminali fosse alleviata dalla dolce atmosfera di questo albero. Si credeva che il Tiglio generasse conoscenza divina, verità, giustizia, chiarezza, e un giusto equilibrio tra capacità di decisione e compassione. Era dedicato a Freya, Signora della Terra e Dea dell'Amore. In Scandinavia il Tiglio era il più importante dei tre Vartrad, gli alberi custodi di case e fattorie, che ricevevano regolarmente offerte e che hanno dato il nome a molte famiglie.
La venerazione del Tiglio come albero tribale si sviluppò nel famoso "Dorflinde" tedesco, il "Tiglio del villaggio", amorevolmente curato, spesso visitato e molto amato. Questa tradizione era ancora viva nel 19° secolo, così come lo era nel Medioevo. Gli antichi Teutoni si incontravano sotto gli alberi di Tiglio per essere ispirati dal mondo dello Spirito, mentre gli indovini degli antichi sciiti praticavano la divinazione utilizzando corteccia di Tiglio; Graves parla di indizi simili nell'antica Grecia.
da Fred Hageneder, "Lo Spirito degli alberi", Edizioni Crisalide, 2001, pagg. 374 e segg.
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