lunedì 4 dicembre 2023

Il Tiglio, albero gentile

I Tigli sono tra gli alberi decidui più belli e più alti delle zone temperate. Il Tiglio selvatico è autoctono in tutta l'Europa e la Russia Occidentale, mentre il Tiglio nostrano viene dall'Europa centrale e meridionale. Quando si incontrano danno un ibrido, il Tiglio Comune (Tilia vulgaris), che si trova spesso nei parchi o lungo i viali.
Le radici di quest'albero scendono molto in profondità; il Tiglio si lega saldamente al suolo con molte radici. Ama il calore e l'umidità, di cui ha bisogno per mantenere il denso fogliame. I Tigli possono vivere per parecchie centinaia di anni, e a volte possono raggiungere i mille anni di età.
(...) Nulla del Tiglio può nuocere all'uomo, al contrario; solamente il Sambuco potrebbe essere più benefico. Il Tiglio placa, allevia: in tedesco "alleviare" si dice "lindern", termine che deriva proprio dal Tiglio. Già nel periodo classico era un albero curativo molto importante: il centauro greco Chirone si guadagnò una grande fama come guaritore e profeta, tanto che ricevette il titolo di "Figlio di Filira", dove Filira è il deva-madre del Tiglio. (...)
Il legno di Tiglio è abbastanza duro ed è molto adatto per i lavori di intaglio. Gli indiani Irokee vi intagliavano le maschere dei totem, che usavano per i riti di guarigione. (...)

lunedì 17 aprile 2023

il Faggio, arbor felix

Il Faggio, originario dell’Europa centrale, è un albero deciduo, dal portamento maestoso, che può raggiungere i 40 metri di altezza e i 500 anni d’età. Il suo apparato radicale, inizialmente fittonante, in seguito si espande, formando una rete di numerose radici secondarie ben approfondite e in simbiosi con funghi che facilitano il recupero di sostanze nutrienti dal terreno. La sua corteccia è liscia, grigio-argentea, lucida, lenticellata sui rami e molto sottile: incidendola è molto facile infatti lesionare il cambio, che si trova subito al di sotto e che contiene i vasi in cui scorre la linfa dell’albero e le cellule che ne garantiscono la crescita. Per questa ragione, nonostante la tentazione di incidere messaggi sul bellissimo tronco dei Faggi sia forte, sarebbe meglio evitare, poiché è alto il rischio di raggiungere il cambio e così ferire, anche mortalmente, l’albero.
La sua corteccia chiara e liscia inoltre rende il Faggio molto sensibile alla luce. Quest’albero amante dell’ombra infatti, se esposto improvvisamente alla luce del sole per esempio a causa di disboscamento, viene gravemente danneggiato, bruciandosi.
Il Faggio ama l’ombra e il suoli umidi ma ben drenati. Rifugge i climi troppo secchi così come quelli eccessivamente piovosi, trovando la sua fascia climatiche ideale nelle foreste dell’Europa centrale, a circa 600 metri di altitudine. Una volta che si stabilisce nel suo territorio d’elezione, questa pianta esigente tende a colonizzarlo, formando di preferenza boschi puri. I rami crescono in alto, formando angoli acuti rispetto al tronco, e si ricoprono di fitte foglie sensibilissime alla luce, di colore verde chiaro appena nate e poi più intenso, ovali, semplici e alterne, lunghe dai cinque ai dieci centimetri e con l’apice a volte acuto, altre ottuso. Se anziché in un bosco il Faggio cresce isolato, sviluppa rami anche nelle parti più basse del tronco, ricoperti da un fogliame fitto che lo protegge dalla luce e che forma una chioma tondeggiante.