giovedì 15 dicembre 2016

L'Abete, albero di Poseidon

(...) Le gemme della maggior parte delle conifere contengono una grande quantità di resina e di olio essenziale; l'abete bianco è stato utilizzato terapeuticamente fn dai tempi classici. Resina, aghi, gemme e germogli venivano applicati soprattutto per curare la gotta, i reumatismi, le bronchiti  e le infezioni della bocca e della gola. Le gemme vengono usate ancora oggi per lenire la tosse e fluidificare il muco, sono antisettiche e stimolano la circolazione; in certi casi però possono irritare la pelle. (...) Il fumo del legno o della resina ha un effetto depurativo nella stanza, come pure l'olio essenziale vaporizzato.
Dall'abete e dal pino vengono estratte quattro sostanze incredibilmente importanti per la civiltà umana: la pece, la resina, il catrame e la trementina. Queste sostanze servivano per impermeabilizzare tutti i tipi di legno e per sigillare le assi delle navi; venivano anche utilizzate come carburante per le lampade ad olio. Il nome latino "picea", pece, ricorda ancora questo uso. (...)
Gli antichi greci dedicarono l'abete a Poseidon, il dio del mare; un'idea intelligente, considerato che gli alberi delle navi venivano ricavati dal tronco dell'abete.
La maggior parte degli alberi dei boschi sacri erano decidui, ma anche le
conifere hanno ricevuto la loro parte di venerazione. Nel IV secolo il vescovo delle Gallie, Martin di Tours, che fu il primo cristiano ad iniziare a violare i boschi sacri, demolì senza incontrare opposizione un tempio, ma quando tentò di abbattere l'abete sacro che stava lì vicino, gli abitanti del luogo si ribellarono. Si racconta che molto tempo dopo, in Polonia, vagasse nei boschi di abete uno spirito femminile chiamato Dziwitza, una cacciatrice come Diana. Un'altra divinità femminile dei boschi, Boruta, pareva abitasse proprio dentro un abete. Lo Spirito o Re della Foresta, la cui voce si sente nel mormorio della brezza e nello stormire delle foglie, viene sempre dipinto con un abete sradicato sotto ad un braccio, sia nelle leggende che nelle fiabe locali dell'Europa dell'Est e delle regioni alpine. Si dice che viva in uno degli abeti più vecchi del suo territorio.
I sempreverdi hanno avuto sempre una posizione speciale agli occhi dell'umanità, in quanto personificazione del potere perenne della vita e della promessa del ritorno della luce e della primavera. E' un'antica usanza quella di adornare a metà inverno, durante la notte più lunga dell'anno, un sempreverde con luci e sfere che rappresentano le influenze celesti, con noci e mele che rappresentano la fertilità dell'anno che verrà, e con dolci che rappresentano la dolcezza della visione interiore. (...)

da F. Hageneder, "Lo spirito degli alberi", Ed. Crisalide, 2001, pag. 381-382

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