La quercia è stata quasi sempre considerata il re degli alberi. Nella tradizione greca, il deva del bosco di querce di Dodona divenne sempre più importante fino ad assumere il ruolo di Zeus, la principale divinità greca. La sua quercia sacra a Dodona era, come Delfi, uno dei maggiori oracoli del mondo antico ed è stata luogo di pellegrinaggio per circa duemila anni. La quercia fu consacrata a Giove, l'equivalente di Zeus, e divenne l'albero principale dei boschi sacri dei romani. Toponimi germanici come "Dreieich", "Tre querce", pare indicassero santuari teutonici o luoghi in cui i membri delle tribù si incontravano per discutere o per amministrare la giustizia. Si può supporre che le querce fossero presenti anche nei boschi dei druidi, semplicemente per l'importanza che esse hanno sempre avuto nell'ecosistema dell'Europa Occidentale. L'unica prova della venerazione delle querce arriva dalla Galia: Plinio riporta una cerimonia in cui un vischio sacro dai poteri curativi veniva tagliato da una quercia. Nell'arpa irlandese di Brian Boru, la quercia rappresenta l'aspetto creativo maschile. La quercia era sacra a tutti gli dei del cielo: Zeus, Thor, il celtico Taranis, ma anche alle divinità della terra, il cui aspetto nutritivo dava cibo a tantissimi animali sacri, ma soprattutto ai maiali, animali sacri a due madri, come Ceridwen. Il nome celtico della quercia è legato ai concetti di "albero" e "porta", e il "Cad
Goddau" afferma che "...essa si muove velocemente, davanti a lei tremano terra e cielo, sempre in guardia contro il nemico, il suo nome è noto in tutto il mondo..." (...) La quercia è la porta che mette in comunicazione i due mondi.
Anche fra i cristiani la quercia conservò molto del suo prestigio, soprattutto grazie al suo valore materiale. In molti paesi cristiani il suo legno veniva usato per il falò di Natale, che rappresentava la porta di accesso all'anno nuovo. Altrove, certi alberi solitari nei campi nei pressi delle fattorie erano intoccabili, non si potevano prendere neppure i rami caduti a terra, abitudine rimasta fino ai tempi recenti. La Chiesa alfine si arresa e cercò di associare anche i suoi santi al culto della quercia, in Germania soprattutto la Vergine; in Baviera esiste ancora un certo numero di "querce di Maria" (...)
da: Fred Hageneder, "Lo spirito degli alberi", Ed. Crisalide, p. 341
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